JESCE
SOLE Frammenti di vite frammentate
E'
un piacere poter recensire un film come Jesce
Sole.
Innanzitutto
è un'opera al di fuori dal contesto di finanziamento che
caratterizza tanto cinema di oggi, con soldi più o meno a fondo
“perduto” (di nome e di fatto!), con prevendite costosissime
di diritti di antenna, con opportunità date ad una ristretta
cerchia di addetti che talvolta non hanno più niente da dire a
livello artistico ed espressivo o non sono gli artisti migliori a
cui elargire fondi. C'è tanta gente brava, non particolarmente
famosa, che vanta esperienze di spettacolo e di vita vissuta di
grande importanza, e ci sono giovani che non possono esibire
curriculum di grande impatto ma hanno voglia di fare, talento e
competenze. “Jesce
Sole – Frammenti di vite frammentate”
di
Kadour Naimi è l' “altro cinema”, quello che nasce dai
frammenti di cinema dell'industria cinematografica nostrana, dove
un grande professionista realizza un film con i suoi mezzi, con i
suoi sforzi, con il suo talento e la sua creatività,
circondandosi di un gruppo di validi collaboratori.
Se il
cinema “made in italy” volesse aiutare delle realtà sane e
libere da “clientele” varie farebbe bene a sostenere film come
questi, che squarciano le nubi di polvere della cultura nostrana e
vivono di emozioni e lavoro, come “Jesce Sole”; ci sarebbe
solo da guadagnare: in termini di “pulizia”, in termini di
lavoro, di crescita imprenditoriale e artistica, ecc.
Il film
racconta le storie di alcuni protagonisti che vivono una vita alla
ricerca di sé stessi, nel caos e nell'alienazione della vita
quotidiana; ognuno prova a sondare una propria dimensione e una
propria identità nelle difficoltà dell'esistenza, amplificata
dagli ostacoli che incontra chi vive lo status di immigrato/a, tra
scelte obbligate come delinquenza o prostituzione; talvolta sono
semplicemente le “cattiverie” della vita, che ai nostri occhi
ci sembrano ingiustificate, a confonderci o metterci in
difficoltà. E' davvero così o tutto può avere un senso. Al di
là di ogni considerazione un senso tutto lo ha se noi glielo
attribuiamo.
Interessanti i volti “veri” degli attori, e
emozionanti diverse scene, in alcune delle quali si avverte
l'atmosfera tipica di Piazza Vittorio a Roma, vero nuovo centro
nevralgico della città, dove nascono nuove tendenze, movimenti
culturali e manifestazioni libere da logiche perverse.
Settembre
2006
Gino Pitaro
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